venerdì 18 luglio 2014

18 ore sono troppe, 24 un carico disumano

Il tempo dei docenti

24 ore di lavoro frontale: queste le intenzioni della signora Giannini, che dalla posizione di privilegio di cui gode, essendo ministro e docente universitario, non può capire cosa comporti questo prolungamento a livello di tempo da dedicare alla preparazione delle lezioni, alla correzione dei compiti e, non da ultimo, allo studio e all'approfondimento personale (repetita "stufant"). Quello dell'insegnante non è un lavoro che si esaurisce nell'orario mattutino, non è part time, come erroneamente ritiene l'opinione pubblica, è a tempo pienissimo. 18 ore sono un impegno gravoso, specie se si hanno di fronte le cosiddette classi pollaio in  cui si nascondono pluralità di bisogni, in cui dominano disparità di livelli che è impossibile colmare, in cui non ci sono le condizioni per un insegnamento efficace degno di questo nome. La vera proposta per i docenti - secondo Maristella Bellosta, insegnante di italiano e latino in pensione (intervistata nell'articolo di G. Pacchiano, CdS 6/06/14)- è ridurre l'orario-cattedra per concedere tempo per studiare. Un'eresia? Sentite cosa dice: "Le 18 ore che a molti sembrano poche in realtà sono troppe". Come non darle ragione?

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